venerdì 6 gennaio 2012

Vacanze e ritorni

Il prolungato silenzio non è dato da improvviso disinteresse per la mia creatura, ma dalle mie vacanze natalizie.
Patria del lavoro e dell'efficienza, dove gli impiegati pubblici non hanno il diritto di scioperare, ma quello di manifestare durante i loro giorni liberi (inclusi sabati e domeniche), diritto fra l'altro raramente utilizzato a memoria d'uomo, la Svizzera conosce il concetto di vacanze natalizie. O almeno lo conosce il mio capo, forse perchè lui è francese.

Nel cantone di Ginevra non sono festivi l'8 dicembre e il 6 gennaio, giorni in cui io ho regolamente lavorato; sono festivi il 25, 26 e 31 dicembre, il 1 gennaio, con la possibilità di recuperare il 2 se il giorno precedente è un festivo. Quindi, decreta il capo, tutti a casa dal 24 dicembre al 1 gennaio compresi.
Inutile dire che ho approfittato per un ritorno in Italia e una breve puntata fuori Italia.
Per quanto riguarda invece il mio ritorno definitivo in Italia, siamo non molto lontani: il calendario è puntato a poco piu di un mese.
Al mio ritorno in Svizzera ho trovato, comodamente recapitato  in ufficio, il numero di previdenza sociale: per uno stage di due mesi, sono iscritta al sistema pensionistico svizzero, ho un numero di previdenza sociale,  ho un permesso di soggiorno svizzero: la maggior parte di queste documentazioni sono state ottenute molto comodamente inviando via posta all'ufficio competente i dati, alcuni documenti, due foto formato tessera, la ricevuta di un bollettino postale che attesti il pagamento. Niente file allo sportello.

Altra cosa da scrivere nella lista dei pro di questo paese; l'apparato statale è fatto per svolgere un servizio e le regole, che sono ben rispettate, sono stabilite non in modo arbitrario, ma per renderlo piu efficace ed equo. Quello che non ricade sotto questa definizione, non viene regolato; quello che intralcia lo svolgimento del servizio è vietato. In sommi capi.
Facendo degli esempi, voi potete inviare un pacco semplicemente avvolgendolo in carta da pacchi, chiudendolo con del nastro adesivo semplice e scrivendo l'indirizzo del destinatario sull'involucro: perchè non dovreste? Il pacco non interromperà il flusso della posta e non spargerà il suo contenuto all'interno dell'apparato di smistamento. Se proprio avete delle esisgenze estetiche, all'ufficio postale saranno lieti di fornirvi delle scatole di tutte le misure possibili e immaginabili. Per chi non fosse addentro alla dinamica di spedizione dei pacchi in Italia, non osate fare questo! Avete bisogno di una busta apposita, di dimension e tipo ben specificato in funzione del peso del contenuto, o di una scatola apposita, legata con dello spago regolamentare; peraltro, nulla di tutto cio lo troverete in un ufficio postale.
D'altra parte, come accennavo sopra, gli impiegati statali non hanno il diritto di scioperare, per non interrompere il pubblico servizio. Se ritengono di avere delle rivendicazioni da fare, potranno organizzare una manifestazione il sabato e parteciparvi in massa.Pare che la cosa sia avvenuta una volta negli ultimi trent'anni.

3 commenti:

  1. Ordine in posta??? Si entra e si esce vivi & incolumi??? E a orari accettabili??? Da non credere O_O

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  2. No problemi... hanno i numeri per la fila, come da noi, ma non c'è mai molto da aspettare. Ma il bello è che la maggior parte della burocrazia la puoi sbrigare senza andare all'ufficio postale; scarichi il modulo da internet, lo compili, lo invii (cassetta postale) e nel giro di qualche giorno il postino porta la risposta. Basta comprare il francobollo

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  3. Beh, si può sempre comperare la macchinetta per stampare i francobolli in ufficio. Poi si va online, si paga e si scarica il file da stampare con la macchinetta e si spedisce. Pare che prossimamente saremo dotati di questo potente mezzo in ufficio.

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