domenica 4 marzo 2012

Chissa perchè ma non ci credo

Girano sul web articoli  sugli sforzi che le grandi industrie, prima su tutte una nota produttrice di bibite, stanno facendo per diventare sostenibili, adattarsi al cambiamento climatico, e aiutare i paesi in cui hanno insediato gli impianti produttivi a sostenere le sfide dello sviluppo sostenibile.
Traduciamo il mio scetticismo; per quanto si possa limitare l'impatto, sono spesso queste stesse aziende ad aver creato il problema, o, in manierà più filosofica ancora, ad avere un senso solo all'interno del sistema (produttivo, valoriale) che crea il problema.


E, con mia grande vergogna, devo ammettere di esserci andata a mangiare, nella mensa di una di questa aziende, per incontrare uno dei capi del progetto che sto seguendo. Non vi importino i dettagli, sappiate che ci lavora anche lui nel tempo libero. A parte la leggera devianza mentale di dichiarare di usare solo i prodotti della ditta ("adesso seguo la linea rasoi, e va bene; prima facevo le patatine e andava meno bene per il fisico") dopo dieci minuti che ci siamo incontrati, e di descrivermi la sua famiglia dopo mezz'ora (mentre io mi ponevo domande spinose come "ma se era una donna a seguire il settore rasoi come poteva usare i prodotti della ditta" e "mica questo vorrà che gli racconto in dettaglio la mia vita? va bene la parte lavorativa, siamo qui per questo, ma che mi interessa sapere dei tuoi figli e della tua età?") , il ragazzo era anche simpatico.
Fino a quando non ho decifrato le trame del suo linguaggio. Lo chiameremo linguaggio multinazionale giusto per non usare il nome della sua ditta. Ora, qui non esistono "problemi", solo "opportunità"; quando usano il termine "challenge" allora sta per "rogna". Se un lavoro è "fantastico" e qualcuno è stupefatto della sua qualità, cominciate a diffidare: sta cercando di rifilarvelo.

Dall'esperienza piccola al tema introdotto nel post: gente che è stata socializzata cosi (e se non lo siete non arrivate in quelle aziende in posti tali da scrivere un comunicato stampa) usa il termine opportunità per descrivere il cambiamento climatico, o persino "sfida". La traduzione e 5 righe sopra.

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