mercoledì 29 febbraio 2012

Geneve Servette

Venerdì sera, partita di hockey su ghiaccio. Dagli spalti ovviamente.



La partita è tra la squadra di Ginevra, il Genève Servette, e la squadra di Zurigo in trasferta, i Kloten Flyers. 
Un veloce ripasso delle regole in autobus ci ricorda che per ogni squadra ci sono 5 giocatori in movimento più il portiere, la partita è composta da tre tempi da 20 minuti ("tempo effettivo"), che ci sono quasi più arbitri che giocatori (due arbitri, due guardalinee sul ghiaccio, e un folto gruppo di supporto a lato, tra cui uno addetto a rivedere in tv le azioni in caso di decisione dubbia). Il dischetto di plastica (detto "puck") deve entrare in porta, e ci può entrare solo spinto dalla mazza, anche se in generale è ammesso colpirlo con i pattini o con le mani. I giocatori sono dotati di protezioni notevoli, in modo particolare il portiere. Le penalità consistono in esclusione dal gioco per un minimo di due minuti, e possono essere inflitte per cose tipo "trattenuta con la mazza" e "eccessiva rudezza". Non sembra un gioco per signorine. 
All'entrata dello stadio l'atmosfera è distesa; il controllo all'ingresso è quasi simbolico (aprite le borse e gettate le bottiglie di acqua), anche se per il gruppo di adolescenti dopo di noi si rivelerà più approfondito, e subito dopo le porte i bambini della sezione giovanile, vestiti in divisa, distribuiscono il giornale del club e materiale per il tifo. Rivendita di birra, panini e altre cose insane, e angolo in cui le mamme dei bambini della sezione giovanile vendono le torte fatte in casa per raccogliere fondi per le attività. Sembra una festa di famiglia. 
Dopo un po' la mascotte della squadra viene portata a spasso per l'ingresso; si tratta di un'aquila in carne ed ossa (e piume), e nonostante tutti i miei ragionamenti sulla cattività animale devo ammettere che il pennuto portato cosi al braccio ha il suo fascino. Molti condividono il mio pensiero, e la fila per farsi la foto con l'aquila si allunga, anche mentre la locale banda rock comincia a suonare. 
La suddetta aquila viene lanciata in volo all'inizio di ogni partita del Servette, che ha appunto come simbolo l'aquila. Il tizio vestito da aquila arancione che passeggia per lo stadio non può competere in termini di fascino e di ammiratori. Spiacente.
La partita in sé non è memorabile; la squadra di casa perde per 6-4 dopo aver passato un primo tempo in vantaggio. Il gioco è molto veloce, e normalmente tende al contatto fisico anche violento. I cambi di giocatori sono continui e molto rapidi, e spesso quelli che entrano lo fanno saltando la barriera che separa il ghiaccio dalla panchina. Anche se sono divisi in difensori e attaccanti, i giocatori si muovono su tutto il campo, l'unico a restare al suo posto è il portiere. Le penitenze vengono inflitte con una certa regolarità a entrambe le squadre, anche se non mi sono chiari i criteri: quando un gioco viene definito "eccessivamente" rude? E perché trattenere l'avversario per la maglietta è sanzionato mentre agganciarlo alla vita con la mazza da hockey no? I risultati devono essere frutto di una certa parte di interpretazione, visto che spesso escono da lunghi conciliaboli fra gli arbitri, i guardalinee e i capitani delle due squadre. Ogni volta che questo avviene, come ogni volta che il dischetto è entrato in porta e deve essere rilanciato, il cronometro si ferma (sia per il tempo-partita, sia per il tempo punizione eventualmente inflitto) e quindi ogni tempo dura in realtà circa mezz'ora. Ad ogni interruzione, le majorettes iniziano un balletto. Fra un tempo e l'altro il ghiaccio viene rifatto, il gruppo musicale all'ingresso riprende a suonare, ed è previsto un piccolo spettacolo (e uno spot pubblicitario).
A tre minuti dalla fine del terzo tempo, con i padroni di casa in difetto di punti, si scatena una rissa fra i giocatori. Accade dall'altra parte del campo, e non mi è chiaro dove il normale punto di rudezza degenera in mischia, ma a un certo punto un gruppo di giocatori misti delle due squadra si sta spintonando e sgomitando sul ghiaccio, senza relazione con le evoluzioni del puck. Gli arbitri intervengono, separano fisicamente i giocatori, e iniziano il conciliabolo più lungo della partita per stabilire chi ha iniziato la rissa. Finiscono in panchina penalità due giocatori dei Flyers (Zurigo), uno per 2 minuti l'altro per 4 (tradotto fino alla fine della partita). Il Geneve Servette tenta di cogliere l'opportunità dell'inferiorità numerica degli avversari per recuperare, e sostituisce il portiere con un giocatore in movimento. Il dischetto malandrino sceglie questo momento per entrare, con tutta calma, nella porta incustodita del Servette. 
La partita può dirsi finita qui. Le due squadre, di nuovo in parità numerica, cercano di mantenere o di rimontare il vantaggio, ma il risultato finale resta a favore di Zurigo. 
Menzione speciale alle abilità sportive di arbitri e guardalinee, che riescono a seguire le corse dei giocatori, a separarne le mischie e a non intralciarli durante le azioni: specialità il "salto in alto sul ghiaccio" per non impedire la traiettoria del dischetto.

1 commento:

  1. Invidia verde che striscia... adoro l'hockey su ghiaccio, ma qui lo fanno vedere solo in occasione delle olimpiadi invernali... non sarà uno sport per signorine, ma è l'unico in cui le donne possono giocare nella stessa squadra degli uomini

    RispondiElimina