venerdì 24 febbraio 2012

Carnevale in svizzera

Il Carnevale in Svizzera, si legge negli articoli dedicati, non è famoso come quello di Rio, ma è celebrato in ogni cantone. Cito: " chiunque pensi che gli svizzeri siano sempre posati e seri, resterà sorpreso dalle celebrazioni organizzate in questo periodo dell'anno.". Le celebrazioni piu famose sono quelle di Basilea, già nota per i suoi mercatini di Natale molto pittoreschi, ma anche Berna e Friburgo non sfigurano. Addirittura alcune maschere tipiche del canton Ticino sono considerate Patrimonio Unesco. Le tradizioni in generale risalgono all'età moderna, dato che erano state proibite come sovversive e pagane nei sacoli passati.

Fin qui, la letteratura. La mia esperienza è che a Ginevra il carnevale non è quasi per nulla sentito, ci sono alcuni gruppi di bambini che si travestono ed è tutto. Un po' come in molte città d'Italia (di nuovo, cito la mia esperienza di Parma). Durante la mia escursione nei cantoni tedeschi invece, sono capitata per caso nel mezzo dei festeggiamenti. Ora, non aspettiamoci il carnevale di Rio, ma la partecipazione è alta, e anche da parte di persone adulte. Da soli o in gruppo, le maschere percorrono le strade il sabato pomeriggio, fermandosi solo per prendere birra o wurstel agli stand.

Importante è la presenza di bande musicali, tutte rigorosamente con l'uniforme carnascialesca. Se nel piccolo Appellzen la sfilata ha paralizzato la città e ha coperto me di coriandoli nel primo pomeriggio di sabato, a San Gallo le bande musicali hanno cominciato a circolare nel pomeriggio di sabato, accompagnati da una folla media, fermandosi a suonare nelle piazze dove i ristoratori offrivano loro (e agli spettatori) bicchieri di birra. (si, ho approfittato anche io).
La pausa per la cena si fa presto, verso le sei. Già alle sette infatti, cominciano gli spettacoli delle bande musicali sui palchetti piazzati in tutta la città; alle sette e mezza, le bande convergono verso la piazza della cattedrale, seguite dal codazzo di spettatori. E qui cominciano a sfilare, a distanza sufficiente perchè possano distinguersi i diversi repertori.
Ogni banda indossa uno stesso costume, anche se alcuni membri possono personalizzarlo, è preceduta da una stendardo, da un direttore dibanda, e i membri che non suonano in quell momento si impegnano a fare coreografie, sempre senza interrompere la Marcia.
Apre il corteo San Gallo in persona, trainato su un carro con due devote e un orso, intento a benedire la folla. Chiude il corteo un gruppo di personaggi vestiti di lunghe tuniche blu e preceduti da un suonatore di flauto.
Arrivati nella piazza del mercato, San gallo sale su un palco, mentre un oratore ne declama la storia, non senza essersi prima rivolto alla popolazione: sktgallerinen und sktgallerin, e proseguire in Tedesco. O svizzero tedesco per quanto ne so.
A tratti il discorso si interrompe per accogliere gli applausi della popolazione che si è ammassata numerosa. La rappresentazione scenica delle vicende di san Gallo procede per un po’; apparentemente l’orso ammaestrato lo protéggé da parecchie disgrazie, alcune orchestrate dai suoi stessi seguaci.
La vicenda si fa sempre più concitata, l’oratore pronuncia pi`volte la parola “esekuzionen” un diavolo carica un cannone e lo punta sul povero San Gallo (che nel frattempo si è tolto l’aureola e la tonaca per apparire vestito da motociclista, fra gli applausi della folla). Fuochi d’artificio; dalla bocca del canone esce un palloncino che continua a gonfiarsi e non ne vuole sapere nè di staccarsi nè di scoppiare.
Dopo frenetiche consultazioni e un po’ di incoraggiamento, il pallone scoppia liberando una tempesta di coriandoli su San Gallo e su tutta la piazza. La folla va in visibilio, urla ed esulta, e pian piano defluisce, mentre le bande musicali, accumulate sotto il palco della rappresentazione, si allontanano in corteo per raggiungere la propria postazione, dove continuare a suonare.
Fino a mezzanotte; carnevale o no, siamo svizzeri. La sorpresa della  domenica mattina consiste nel trovare ancora coriandoli per strada, ma le strutture completamente sparite.


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