mercoledì 22 febbraio 2012

Escursione a San Gallo

Fine settimana di viaggio nella profonda svizzera tedesca. Il cantone Appellzen, diviso in due sottocantoni, è uno dei più ferocemente attaccati alle tradizioni. Situato ai confini con Austria e Liechtestein, e non lontano dai Grigioni (altro cantone svizzero, unico dove si parla il ladino), è geograficametne parlando dalla parte opposta rispetto a Ginevra.
Lingua parlata il tedesco, ma non è raro trovare qualcuno che parli italiano (come seconda lingua) data la relativa vicinanza all'italia e ai cantoni svizzeri italofoni (Canton Ticino e parte dei Grigioni). La cucina tipica deve molto ai prodotti di montagna e alle terre tedesche: salsicce locali, crauti, strudel per dolce. E Röstli (patate grattugiate e riapssate in padella. Non sono esattamente fritte ma ne hanno la leggerezza e l'apporto calorico).Geograficamente sono alte colline e montagne, climaticamente più fredde della zona del lago Lemano, e devono la loro economia in tempi storici al transito lungo le vie alpine e ai tessuti, ora all'industria e al turismo invernale. Per gli appassionati di sci i pendii spesso innevati e non troppo ripidi sono una manna.
Religione, stranamente, in maggioranza cattolica, anche se non mancano le chiese riformate.

Il viaggio in treno dura tutta la mattina, e la prima tappa è prevista ad Appellzen. Il paesaggio è in continuo movimento, costeggia prima il lago, sale fra colline sempre più innevate, supera vallate a strapiombo, pianori ondulati e traversa città. Attraversa anche tunnel e lo spartiacque linguistico fra cantoni francofoni e cantoni germanofoni; questo passaggio viene annunciato da un cambiamento nell'ordine degli annunci sul treno, da francese-tedesco-inglese- italianoavolte, a tedesco-inglese-francese-italianoavolte.
L'intercity si arresta poco prima di S. Gallo, e saliamo su un trenino rosso della linea locale; concepito per i trasporti pendolari, la linea S.Gallo- Appellzen e le sue diramazioni offrono un paesaggio spettacolare e numerose soste in località sciistiche.
Appellzen è una cittadina piccola e graziosa, con le case lungo le strade principali dipinte, una festa di carnevale in corso e un'ufficio informazioni turistiche introvabile benchè segnalato ovunque. Appena fuori dal "centro" le case per turisti invernali in finto stile tipico e i palazzoni di cemento formato svizzero riprendono pero il sopravvento. Se non vi interessano gli sport invernali, nè le passeggiate estive, la cittadina non vale una sosta piu lunga di un'ora.
San Gallo è un'altra questione. Il patrono è il santo fondatore di un monastero che ha poi dato nome alla città, ed è raffigurato su varie facciate mentre ammaestra un orso. Per conseguenza di questo fatto forse, non c'è traccia di un municipio storico, (il Rathause tanto comune in Germania) ma le attuali sedi dei governi comunale e cantonale sono ospitati in ex parti del monastero. Con mio grande disappunto infatti, il monastero omonimo è stato secolarizzato, ne restano solo alcuni edifici disposti lungo una piazza, e le uniche parti viistabili chiudono il sabato alle 16 (ora di arrivo dei nostri eroi: 15.45). Fuori questione che aprano la domenica (in Svizzera quasi nulla è aperto la domenica). La cittadina ospita 42.000 abitanti, ed è una delle più popolose della zona; il cento pedonale è ricco di case tipiche, con la facciata ornata da sporti in legno o pietra (qui li chiamano erten) e case "a graticcio" dei colori piu vari, piazzette tipiche. La cattedrale è tanto lineare all'esterno quanto ornata all'interno.
 Ricordate che questi sono cantoni cattolici? Ma non troppo lontani da quelli riformati: nell'epoca della controriforma questa era la linea di confine e il bastione del cattolicesimo in Svizzera e qui venivano convogliate risorse a bizzeffe, per impedire l'avanzata dell'"eresia" e mantenere la fedeltà degli abitanti.
Degno di nota, nella città, il ristorante italiano in cui siamo finite per caso e il cui proprietario ha insegnato l'italiano agli svizzeri tedeschi a forza di "prego, padrone, servito", e nomi dei piatti, il museo di storia naturale, molto didattico, calato sulla realtà locale e ospitante un formicaio in attività, l'ospitalità locale e la sfilata notturna del carnevale. Delusioni: il museo di pittura moderna, con la collezione di Giovanni Segantini sposata a St. Moritz!!!!
La città ospita anche un museo del tessuto, che inalbera un enorme merletto sulla facciata, e un quartiere finanziario dalla strade verniciate di rosso.

Non è mancata neppure la spolveratina di neve della domenica mattina. 

Infine, ultima tappa del viaggio: Wintertur. Di nuovo case a graticcio, un centro pedonale e una chiesa con due torri campanarie costruite in epoca diversa. E visibilmente.

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