Gli Svizzeri hanno un rapporto difficile con il governo federale. Gelosi delle loro autonomie, apostrofano gli impiegati dell'amministrazione centrale come "quelli di Berna" che passano il loro tempo a richiedere documentazione il cui unico scopo è "tenerli occupati a leggere le carte". O a imporre regole comuni sopra le leggi locali.
Non è dappertutto così, chiaro, ma nella zona francofona il disagio è acuito dal fatto che l'amministrazione si svolge prevalentemente in tedesco, ed è poi tradotta nelle lingue nazionali. Giocoforza, la maggioranza degli impiegati federali sono svizzero-tedeschi.
L'aneddoto che sto per raccontarvi è curioso, ma un buon esempio dell'atteggiamento della popolazione locale.
In un tranquillo sabato pomeriggio io e mia sorella ci avventuriamo in rue du Rhone. Questa è una delle vie centrali, e fortunatamente la circolazione è riservata ai mezzi pubblici e ai pedoni, ma sommando le persone che vengono a celebrare il rito dello shopping settimanale e quelle che semplicemente circolano per fatti propri per andare dal lago alla città vecchia o viceversa, i marciapiedi sono affollati sempre e il sabato pomeriggio strabordano. Musicisti di ogni grado di abilità ne approfittano per esibirsi e guadagnare qualche soldo.
La notra attenzione viene attirata da un signore intento a suonare un organetto, o meglio dal grosso gatto che dorme beatamente al suo fianco, comodamente installato in una cesta e con un fazzolettino rosso con croce bianca al collo. Dico grosso gatto, e intendo veramente grosso. Ci fermiamo a osservarlo stupite che in mezzo al caos della via l'animale non muova baffo. Il suonatore ci apostrofa :"Signore, voi credete nella reincarnazione?"
Lo guardiamo un po' diffidenti, temendo un tentativo di indottrinamento. "Perche sapete- continua imperterrito l'uomo- Questo gatto è in realtà la reincarnazione di un alto funzionario federale nel pieno esercizio delle sue funzioni".
Ridiamo alla battuta e confermiamo che si, così possiamo ben credere alla reincarnazione.
Lo straniero medio non ha tutti questi rapporti con l'amministrazione federale; la maggior parte delle sue attività lo portano a contatto con i cantoni. Permesso di soggiorno, tasse, diritto alla disoccupazione: questo è regolato localmente. Con effetti leggerment deliranti: ogni cantone ha le sue regole e le sue prassi, in merito all'entità della tassazione e ai tempi e modi di prelievo o in merito alla durata di permesso di soggiorno. Spostarsi di qualche decina di chilometri, specie in cantoni piccoli come Ginevra, significa sconfinare e dover cambiare sistema. Farlo a metà dell'anno, significa dover pagare le tasse con due sistemi diversi, ognuno per i mesi di residenza.
Dalla mia esperienza, gli stranieri preferirebbero il governo federale.
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