domenica 18 dicembre 2011

La caffeina in Svizzera (e in ufficio- a grande richiesta)



Caffè... le mia principale dipendenza. (sono anche una sugar-addicted, ma in misura minore).
Una delle principali fonti di preoccupazione, uscendo dall'Italia, è la quantità e qualità di caffeina in circolazione, e la sua disponibilità. Un po' per curiosità, un po' per dipendenza, ho sperimentato diversi tipi di caffè; sebbene quasi ovunque si possa chiedere un “espresso” o un “cappuccino” (e “two cappuccinos” se siete in due) ogni paese ha la sua modalità di preparare il caffè. In Svizzera lo standard è un caffè delle dimensioni di un caffè lungo;
non viene aggiunto il latte ma, a richiesta, la panna, fornita in comode monodosi. E zucchero a piacere. Se volete un caffè all'italiana chiedete un “espresso”, ovunque, e a qualunque ora, vi serviranno un “cappuccino”. Il canton Ticino ha regole a parte, ovviamente. Per accompagnamento, vasto assortimento di pain-au-chocolat, brioches (leggermente salate e in genere vuote), torte.
Da ricordare però che il caffè in Svizzera preso al bar non è un'abitudine quotidiana prima di andare al lavoro o dopo i pasti, né un mezzo di socializzazione con i colleghi, ma un “lusso”. Di conseguenza, non troverete bar aperti prima delle otto di mattina, e i prezzi resteranno sempre alti. Un caffè costa dai 3,5 ai 5 franchi (ben più di un biglietto dell'autobus), poco meno la brioche, poco più il cappuccino. Una colazione per due arriva facilmente sui 15 franchi (12 euro al cambio, ma qui i costi della vita, come gli stipendi, sono differenti).
Anche in conseguenza di questo, sebbene mangiamo tutti i giorni in mensa, il caffè si beve rigorosamente in ufficio. La mensa è corretta, a parte il piatto del giorno e la pizza, si può scegliere fra insalate crude o cotte, yoghurt, frutta o dolce, e il mitico angolo wok. Ci si prende un piatto, piccolo medio o grande, e lo si riempie scegliendo all'interno della categoria prescelta (insalate crude, insalate cotte, wok etc). Si paga a seconda della dimensione del piatto, non del tasso di riempimento (sebbene in alcune mense ci sia un sistema di pesata).
Questo dà via libera ad alcuni eccessi, con piatti piccoli su cui viene pericolosamente ammucchiata una montagna di verdure bollite, riso, farro (tradizionale insalata cotta), ma nel complesso il sistema tiene.
In ufficio invece abbiamo la macchinetta aziendale, una simpatica trappoletta che macina i grani all'istante e vi dà il caffè corto, medio o lungo, e leggero, medio o forte; fa al massimo due tazzine in una volta sola e l'utensile per riscaldare acqua o latte non l'ho mai visto in funzione. Completa la dotazione il bollitore per fare il tè. Abbiamo tazze, piattini e bicchieri, zucchero in bustine, panna in monodose, biscotti bene in vista, e cioccolata nascosta nel cassetto.
Dettaglio: della cioccolata in tazza fate pure a meno, fin che siete in Svizzera. La patria della cioccolata vi servirà una tazza di latte caldo, con Caotina a parte; se siete fortunati, la brodaglia vi arriverà al tavolo già mescolata.

2 commenti:

  1. Interessante... ma hai aggirato il problema... alla fin fine è meglio il caffè della nostra macchinetta o della collega svizzera? (di caffè al bar non ne parliamo)

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  2. La nostra brucia di più lo stomaco, ed è meno regolabile. Alla fine, vince la macchinetta svizzera (anche se mi manca il cappuccino).

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