lunedì 30 luglio 2012

Stoccolma- ok, non proprio Svizzera - I

Ok, non proprio Svizzera. Ma mi prendo una piccola libertà da padrona di casa, e racconto le mie avventure oltrefrontiera.
L'avventura comincia in un soleggiato mercoledì e termina la domenica pomeriggio, dopo un temporale particolarmente intenso.  
Stoccolma è una città anfibia, formata da numerose isole piazzate fra il lago e il mare. Pare che l'acqua sia così pulita che nei canali che le separano ci si possa pescare (e l'ingestione del pesce non provochi malattie gastrointestinali). 
L'origine della città non è antichissima, né molto romantica: nel XIII secolo sono state costruite alcune palizzate per proteggere le scorte di legname accumulato in loco. Utile per la costruzione di barche. La leggenda parla di un fondatore, tale Birgen Jarl, a cui è dedicata una statua e attribuita una torre.
 Crescita lenta della città e qualche incendio le hanno lasciato un aspetto da città illuminista: strade ampie e perpendicolari, giardini ben curati, angoli verdi a ogni passo e profusione di colonne ed edifici maestosi. E musei a non finire. In più, gli svedesi hanno la passione per l'aria aperta e la natura, e parecchie isole della città sono lasciate in stato semi-naturale. 
Statue di leoni paciosi delimitano l'area pedonale.
In generale, l'atmosfera che si respira è rilassata. Temperature gradevoli, cielo luminoso e luce fino a tardi (siamo vicini al solstizio d'estate) rendono possibile camminare ovunque fino a ore impensabili altrove. Il solstizio d'estate è festa nazionale in Svezia, e molti musei sono chiusi, mentre buona parte dei residenti affolla i parchi per festeggiare all'aria aperta. Sono previste grigliate, birra in abbondanza (accompagnata dalla liquirizia salata) e bagno in mare per chi ha la possibilità di allontanarsi verso isole minori. Neppure gli Europei di calcio, con la Svezia già esclusa, possono competere con quest'aria di festa e trattenere i locali all'interno degli edifici. (Anche se non mancano posti per vederli, all'interno degli edifici come in pubblica piazza).
Se il centro della città è occupato da palazzi reali, e la city Hall (dove si tiene la cerimonia di premiazione del Nobel), le isole periferiche ospitano quartieri tipici, e angoli ancora conservati dal XVIII-XIX secolo. E un ex quartiere dei lavoratori legati alle attività portuali, costruito con intenti benefici e diventato fatiscente negli anni; è stato in parte conservato per motivi storici e recuperato a beneficio degli abitanti di Stoccolma. Abitate come seconde case, alcune di queste strutture non hanno riscaldamento o luce elettrica. Un'esperienza di vita rustica in capitale. 
Parchetti dove incontrare altre persone o semplicemente riposarsi non mancano.

Lasciati alle spalle i quartieri popolari, ci addentriamo in nella zone centrale; la visita al palazzo reale e ai suoi annessi è d'obbligo (anche se la parte migliore restano i sotterranei del precedente palazzo, distrutto da un incendio, con interessanti ricostruzioni della storia della città). Tra questi abbiamo la cappella reale; e ai reali svedesi piace abbondare con l'argento.
A proposito di materiali strani, guardate da vicino il drago del San Giorgio; è fatto con corna di alce.
Nel palazzo reale vero e proprio non abita piu nessuno, anche se sono previste delle stanze di rappresentanza.
 La famiglia reale abita a un'ora di battello, a Drottingholm; qui potete pure evitarvi la visita delle stanze, a meno che non siate appassionati di arredamento d'epoca, e concentrarvi sulla visita ai giardini (o sul chiosco, che offre cibo tipico a prezzo onesto).
Restando in città sulle tracce della nobiltà svedese, si puó visitare la chiesa utilizzata come cappella funeraria dalla maggior parte dei  defunti re (e regine); la visita guidata delle 4, giusto prima che i monumenti chiudano, è imperdibile. Fra aneddoti, curiosità e inquadramento storico, fuoriesce un dato curioso: la Svezia è il primo stato ad aver stabilito che la corona passa al primogenito/a, indifferentemente dal sesso (1979). L'attuale erede al trono è la figlia maggiore, che ha scavalcato il fratello minore nato da otto mesi quando questo è stato stabilito. (Gli inglesi ci stanno pensando adesso). Come dire che qui la parità non è argomento relegato a certi ambienti. [continua...]





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