lunedì 6 agosto 2012

Stoccolma- parte II

 Il limite di partire con una guida presa in prestito alla biblioteca civica di Ginevra è che la Svizzera è in piena febbre da thriller svedese: Millennium é ambientato a Stoccolma, e la guida insiste a parlare dei luoghi dove vivono o agiscono i protagonisti del libro più che della vita degli abitanti. 

Pare che anche le guide turistiche locali si siano adeguate e conducano i turisti in visita nei luoghi citati nel libro (o film). 

E invece tralasciano di ricordarvi che la festa del solstizio d'estate è molto sentita, e i festeggiamenti si tengono un po' ovunque, celebrando il passato tradizionale o i riti collettivi moderni. Se non siete locali e non fraternizzate velocemente attorno a un falò vi perderete metà del divertimento. Dal punto di vista turistico è molto interessante, un po' meno non riuscire ad entrare nel museo della storia della città, chiuso senza nemmeno un cartello di avvertimento.

Questo giorno noi lo abbiamo passato a Skansen, l'isola che ospita musei, residenze regali, e una parte di parco naturale (coltivazioni rade e sentieri pedonali). Il museo all'aria aperta è famoso per le sue ricostruzioni di edifici della Svezia dei secoli passati; si va dall'accampamento Suomi alla ricostruzione di botteghe e abitazioni degli anni '50, passando attraverso una serie impressionante di fattorie, diverse a seconda della zona di origine e del periodo di costruzione. Al corpo principale sono affiancati altri edifici, per la conservazione di fieno o legna, o per la sauna (si). In caso di rischio di incendio, questi edifici sono separati dal resto della fattoria.
Non mancano edifici collettivi come i mulini o le chiese, gli animali da fattoria, animali selvatici che vivono in Svezia, e figuranti in costume che svolgono attività tradizionali o rispondono alle domande dei turisti (in svedese). Non mancano neppure i modi di rifocillarsi, birre e bibite, marmellata di lamponi gialli (gnam), ciambelline varie e grigliate e salsicce a volontà.

La cucina svedese si basa su carne e pesce, e latticini, e salsine a base di formaggio o panna a volontà. Vegetariani siete avvertiti: qui l'unico tipo di verdura sono le patate, di solito in versione "baked" quindi ripiene (in genere di carne o pesce). Alcuni ristoranti prevedono l'alternativa vegetariana e ovviamente si può trovare cibo svedese molto facilmente.
(Personalmente apprezzo la locale passione per i dolci, e la tendenza ad adottarli facilmente). L'alternativa vegetariana non era contemplata nel ristorante qui a fianco, che con la scusa di ispirarsi alle tradizioni vichinghe, serve formaggi e salumi provenienti da animali strani (alce), arrosti in varie versioni, pane piatto, e idromele a fiumi. Beh, fiumi.. almeno finché pagate.
A parte la grande quantità di candele (l'ambiente è illuminato solo da quelle) e il leggero imbarazzo di essere annunciate a tutta la sala, l'ambiente è caratteristico (sono seduta su una pelle di pecora e c'è un tizio che suona musica a tema) e la cucina abbondante, anche se non leggera. Ci rassicura il fatto che non sia visitato solo a turisti ma anche da locali. L'idromele è ben più alcolico di una birra, e ce ne usciamo satolle e con la testa leggera. E il portafoglio anche.

Per chi vuole andare a caccia della vera Stoccolma dell'epoca vichinga, la guida promette che è possibile visitare le cisterne sotterranee, oggi trasformate in piscina. No; le cisterne si trovano nei sotterranei di una scuola, e il custode rifiuta l'ingresso. Ma per cercare il custode l'insegnante ci conduce in un tour guidato nelle cucine della scuola, ricavate dai sotterranei dello stesso monastero di cui le cisterne facevano parte. Ci inorgoglisce pensare che pochi hanno visto questo. 

Un passaggio alla City Hall, dove si tiene la cerimonia  per la consegna dei Nobel, è doveroso. Qui si riunisce anche il consiglio comunale, rigorosamente nel tardo pomeriggio, dato che tutti i consiglieri hanno un altro lavoro e devono poter partecipare dopo averlo finito. Così come è incoraggiata la partecipazione dei cittadini. La visita è rigorosamente guidata, e gruppi di visitatori multilingua sciamano per cortili e corridoi, riempiendoli solo parzialmente. Durante le cerimonie il cortile principale è completamente riempito, e al banchetto dei Nobel lo spazio a disposizione di ogni commensale è meno di 60 cm. E non provate ad alzarvi, o i camerieri non avranno spazio per muoversi. (tutto questo mi ricorda un bar- tavola calda di Milano, ma non ho osato dirlo alla guida).
Il banchetto si tiene nella sala Dorata, completamente ricoperta di mosaici a foglia d'oro (sul serio); le pareti rappresentano momenti della storia svedese e in fondo troneggia una rappresentazione della città di Stoccolma, da alcuni (tra cui i committenti) giudicata bruttina. Pare che l'artista si sia lanciato in una dettagliata difesa della sua creazione, che rischiava di essere distrutta, sul tema "noi non abbiamo bisogno di una bella donna che rappresenti la nostra città, ma di una donna forte".



 Ho già citato che Stoccolma è fondata su isole e molte di queste, anche a distanza breve dal centro città, sono verdi e protette?  
Anche all'interno della città propriamente detta gli spazi verdi abbondano, e sono colonizzati da locali e turisti che contendono lo spazio a chioschi e piccioni.  Potete trovare l'onnipresente cappuccino (servito con muffin, o selezione di dolci da far leccare i baffi), un'alternativa credibile al caffè svedese (se qualcuno lo ha mai assaggiato da IKEA, bene, questo è leggermente migliore). 
Ma anche cake salati e altri spuntini svedesi. D'inverno, gli stessi chioschetti offriranno bevande calde ai pattinatori che si esercitano sulle fontane trasformate in piste da ghiaccio.
La tranquilla domenica mattina conclude la nostra vacanza così, con un cappuccino all'ombra degli alberi, in una città semi-deserta dopo i bagordi del sabato notte. E con un improvviso acquazzone, ultima sorpresa di un tempo variabile.

 

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